GIOVANNINI: "FUGA DI CERVELLI? SE FOSSI
UN VENTENNE, ANDREI ALL'ESTERO ANCH'IO"
ROMA - «All'estero è più facile ottenere opportunità di lavoro e salari più elevati, soprattutto in alcuni settori, rispetto all'Italia. Se oggi fossi un ventenne neolaureato, cercherei di avere un'idea di com'è il mercato del lavoro in Italia, farei eventualmente un'esperienza di lavoro all'estero e poi rientrerei, perchè le opportunità sono notevoli anche in Italia».
Così il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, in una intervista alla trasmissione «Giovani Talenti» di Radio 24, di cui viene fornita un'anticipazione.
«In un mondo globalizzato, non ci si deve sorprendere se i giovani italiani vanno a lavorare all'estero, ma dobbiamo essere in grado poi di attirare capitali dall'estero. Intendo dire anche 'capitale umanò».
Secondo Giovannini, «la crisi ha fatto comprendere alle aziende che investire sul capitale umano rappresenta una garanzia per avere più innovazione, nel futuro. Siamo però ancora purtroppo indietro rispetto ad altri Paesi».
Il ministro ha quindi affrontato due problemi di cui soffrono i giovani laureati italiani: «Ai giovani occorre offrire non solo stipendi all'ingresso più elevati, ma anche prospettive di carriera più rapide.
Rispetto ad altri Paesi, la dinamica delle retribuzioni in Italia, al crescere della seniority (per i laureati in particolare), è inferiore rispetto ad altri Paesi. Significa che c'è una sottovalutazione delle loro potenzialità».
Così il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, in una intervista alla trasmissione «Giovani Talenti» di Radio 24, di cui viene fornita un'anticipazione.
«In un mondo globalizzato, non ci si deve sorprendere se i giovani italiani vanno a lavorare all'estero, ma dobbiamo essere in grado poi di attirare capitali dall'estero. Intendo dire anche 'capitale umanò».
Secondo Giovannini, «la crisi ha fatto comprendere alle aziende che investire sul capitale umano rappresenta una garanzia per avere più innovazione, nel futuro. Siamo però ancora purtroppo indietro rispetto ad altri Paesi».
Il ministro ha quindi affrontato due problemi di cui soffrono i giovani laureati italiani: «Ai giovani occorre offrire non solo stipendi all'ingresso più elevati, ma anche prospettive di carriera più rapide.
Rispetto ad altri Paesi, la dinamica delle retribuzioni in Italia, al crescere della seniority (per i laureati in particolare), è inferiore rispetto ad altri Paesi. Significa che c'è una sottovalutazione delle loro potenzialità».
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